sabato 9 luglio 2011

Sguardi...

 Per descrivere questa mostra lascio parlare lei:


L'ARMADIO DELLE SORPRESE
di Maria Giulia Alemanno (In occasione della Personale "SGUARDI")
C'è un quadro importante e centrale nell'arte di Carla Bronzino.
Una bambina dagli occhi smarriti, seduta in un cassetto svuotato, emerge da un armadio-rifugio tra colorati abiti femminili.
Abiti di bella fattura, quasi costumi di scena. È il palcoscenico del suo teatro personale, il luogo delle prove in un regno di solitarie rappresentazioni.
La bimba ama la stanza antica che ospita l'armadio delle sorprese. La raggiunge ogni pomeriggio attraversando la grande casa in punta di piedi. Entra e, non appena chiude la porta, magicamente si apre il sipario. Quante sono le protagoniste delle sue commedie! E quanti vestiti, sempre diversi, pronti per essere indossati!
Attrici e abiti si moltiplicano all'infinito nel gioco della ricerca d'identità che la bambina ripete in solitudine.
Alcune figure la rassicurano, altre la commuovono, altre la turbano. Recitando scopre che non tutti gli sguardi rivelano un cuore generoso. Davanti allo specchio tenta di imitare il gelo di una signora proterva. Aggrotta la fronte, fissa un punto nel vuoto. No, è una parte della quale non risulterà mai credibile. Più facile e confortante è identificarsi con la ragazzina "nella neve" che abbraccia un leprotto infreddolito o, per esorcizzare le paure, voltare le spalle ad un demone-spaventapasseri, come fa l'adolescente del "Diavolo e l'anguria"!
L'urgenza di leggere l'animo delle donne è tuttavia così forte che l'artista non si accontenta di collocarle entro i limiti estranianti di un palcoscenico. Le cerca in ogni angolo della terra per poi studiarne lineamenti ed espressioni. Ne scandaglia l'anima per comprenderne i segreti e per farlo sperimenta primi piani cinematografici nei quali lo sguardo, più di mille gesti, può svelare universi interiori.
Occhi che ci guardano, occhi che scrutano lontano, occhi che vagano come nubi a primavera. Occhi come specchi di miraggi, occhi di malizia, occhi d'ingenuità. Ma anche gli occhi pungenti ed indagatori di una giovane strega slava e quelli fieri e consapevoli di "Brune comme les nuits", la creola dal turbante bianco che una piccola scimmia aggrappata alle spalle non riesce a distogliere dal ricordo ancestrale e struggente di un'infanzia libera nel sole dei tropici.
La piccola scimmia dispettosa è uno dei tanti animali che compongono il fantastico bestiario di Carla Bronzino.
Compaiono all'improvviso per contendere alle figure il ruolo di protagoniste. Sono veloci e imprevedibili. Scuotono l'aria, scombussolano lo spazio poi si immobilizzano come statue di cera, mettendosi in posa con enorme vanità. Sono camaleonti,, tarantole, rane, cocorite, gatti ora vigili, ora sonnolenti. Bizzarri e capricciosi, quando non accettano il ruolo di comprimari esigono un ritratto,, come il "Pappagallo del cedro" e "Daisy", la cagnetta più nera della fuliggine che ringhia e mostra i denti per rivendicare l'assoluto possesso della scena.
In situazioni all'apparenza tranquille sono portatori di turbamenti, pongono interrogativi, sollecitano domande. Creature emerse dal fondo dello specchio rivelano l'esistenza nell'inconscio di mondi popolati di presenze inquiete che la pittura può rendere soltanto con pennellate vibranti capaci di dar materia ai fantasmi. Corposo è anche il colore, attinto da una tavolozza variegata e squillante, che accosta il verde saturo dei prati, l'arancio degli alchechengi, il rosso e il giallo cangianti di preziosi damaschi. E dominano i blu intensi che Carla trasforma in sfondo e ombra, l'oltremare cupo che sconvolge il sonno e il cobalto delle notti di luna che illumina i sogni e rischiara i desideri.

3 commenti:

  1. So beautiful!...Have a great week!...Heidi

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  2. Sei bravissima! Quanti sogni dietro quello sguardo! Mi piacciono molto i colori e l'apertura dell'armadio e del cassetto, si va incontro alla vita. A presto, ti seguo anche qui, Laura

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