martedì 28 giugno 2011

Storie....

Un giorno, su una bancarella di libri usati, trovo uno dei tre volumi di un'enciclopedia francese "L'èrotisme au cinéma" ; vecchie foto di vecchi film dove l'erotismo, se c'è ,è davero ingenuo, ma quelle vecchie foto in bianco e nero diventano lo spunto per una serie di quadri, dove nascono storie d'amore e di passione...
Nasce una mostra dove i miei personaggi recitano la loro parte come in un vecchi film del muto, mi deverto ad immaginare l'intreccio delle loro vite, anche se mi ispiro alle foto di vecchi film (che spesso non ho neppure visto) me ne distacco, non è che un pretesto...


Mi rendo conto che è il nostro inconscio che ci fa scegliere un soggetto piuttosto che un altro, ma quando dipingo non mi pongo troppe domande...


Tanto poi sono i critici che danno un'interpretazione ai quadri che talvolta mi stupisce e mi rivela cose di cui non mi ero accorta nemmeno io:

LA PITTURA DI CARLA
di Manuela Cusino
Guardando i lavori-racconto di Carla Bronzino si percepisce quanto possano scaturire tutti di getto: l’artista non vuole razionalmente spiegarli, ma quasi lasciarli nascere spontaneamente sulla tela. La preparazione è soprattutto nei fondi neri e grigi e nella gamma cromatica per lo più monocroma tutta giocata su alcuni colori base: il nero, il blu e il marrone bruciato.
L’acrilico steso in modo opaco, sembra, insieme agli elementi appena citati, una scelta rigorosa, quasi un azzeramento delle passioni, anche se in realtà i quadri propongono sempre una situazione di per sé in sviluppo: figure potenzialmente dialoganti, l’una accanto all’altra.
Ma è proprio in questa falsa e dichiarata situazione di interrelazione che Carla cala il “sipario”, (non diversamente potremmo dire a proposito delle scelte a drappeggio, fondi, separé, letti sfatti, così presenti nei suoi lavori) di incontri e annunciazioni mai vissuti: le figure non si guardano negli occhi e se a volte accade, una delle due è “persa” nel suo mondo, “guarda” altrove.
Chiusura dichiarata pur nella vicinanza fisica e corporea. A volte i corpi si abbracciano, si toccano e in questo caso si “tocca” ciò che altrove inutilmente i protagonisti di queste “storie” cercano: un corpo totale.
Oggetti scarni quali porte, tende, bauli, fungono metaforicamente da quinte di una scenografia che non è teatrale, ma esistenziale. Nonostante attese, tentativi, incontri, amplessi, l’uomo rimane ”nascosto” all’altro anche quando tutto sembra lottare accanto a lui per “la vita”.
L’annuncio è, in genere, un termine carico di attese e tradizionalmente legato al binomio vita-morte. Nei lavori di Carla Bronzino queste due dimensioni convivono con forza e rigore non cedendo a sentimentalismi di alcun genere. Una scelta tematica rigorosa che sta aprendo alla sua ricerca pittorica nuovi motivi di stimolo stilistico.

domenica 26 giugno 2011

Altri drappeggi...

In quel periodo avvertivo l'urgenza di "modellare" dei tessuti e copiarli, cercando di esprimerne il volume....
Ero affascinata dal rosso e dal bianco, a cui dava risalto lo sfondo nero.
Stracci, lenzuola e cuscino diventavano i miei modelli...

Finchè non ho esurito questa urgenza...
e non ne ho sfruttate tutte le possibilità

Ogni tanto appariva una figura......finchè queste ultime hanno preso il sopravvento e sono comparsi altri colori...
Ma questa è un'altra storia...

Benvenuti.....

E' con grande emozione che inizio questo blog, parallelo a quello della cucina....
Ma c'è un'altra parte di me, molto importante, che non posso non alimentare, e deve esprimersi....
Così, piano piano, mostrerò a chi vuol seguirmi, l'altra parte.....
Vi presento questo quadro che fa parte di un ciclo dedicato ai drappeggi, con un'unica figura, questa e vi lascio alla parole di  Mauro Carazzato:
"Vorrei credere di vedere il modello e archetipo del tempo, voluto dall’inquieta pesantezza dei tuoi drappeggi; bene attento a fermare un’indefinita presenza, elegia di un espressionismo capace di portare sensazioni antiche a eterna successione di gesti umani.
Vorrei vedere una pura rappresentazione di fatti omogenei; ma è più probabile che, osservando, io veda le figure che mancano. Assistendo alla loro annunciazione, che dalla forma conduce a un sensuale dinamismo, vorrei cercare tra i drappi per andare a fondo dei loro segreti.
Alzandoli, uno dopo l’altro, intuisco storie collegate; segnalibri attivi della tua ricerca. Ogni piega è un gesto avvenuto, un accadimento piccolo o grande: insieme raccontano tutto delle figure che, gentilmente, tu hai fatto passare in altre stanze. Forse che la loro presenza potesse caricare di eccessivo formalismo.
Li vedo questi tessuti, ormai così pieni di emozioni da gonfiarsene, nel movimento cercano un segno che ne esalti le forme, accelerando il loro racconto: sanno che li osserviamo."